Negli ultimi due secoli gli si è però affiancata un’iconografia diversa: la donna intesa come femme fatale in grado di dominare e soggiogare l’uomo col potere dell’attrazione carnale, subdolamente suscitata e utilizzata a proprio vantaggio.
Un precursore di questa femminilità spaventevole (dal punto di vista maschile) è stato il pittore tedesco Lucas Cranach il Vecchio (1472-1553) che scelse di rappresentare l’episodio biblico di Sansone e Dalila. La sua tela enfatizza la soddisfazione feroce della giovane filistea nel momento in cui recide i capelli – e le forze fisiche – del maschio addormentato (da notare che anche altri pittori rinascimentali hanno dipinto quadri su questo argomento, ma in genere Dalila è sempre affiancata da soldati filistei mentre taglia la chioma di Sansone; invece Cranach preferisce che sia lei da sola a compiere il gesto, coi soldati amici ridotti a mere comparse sullo sfondo).
A distanza di oltre tre secoli un altro pittore tedesco, Max
Liebermann (1847-1935) ripropone a sua volta l’episodio di Sansone e Dalila con
ancora maggior enfasi sul senso di trionfo della donna mentre schiaccia la sua
controparte maschile e mostra i capelli strappati quasi fossero un trofeo di
guerra tolto al nemico dopo una sanguinosa battaglia.
Ma siamo già in un’altra epoca, gli anni di Freud e della scoperta dell’inconscio e del desiderio sessuale represso e sublimato. In questa nuova ottica della donna dominatrice grazie all’attrazione fisica, la figura biblica di Salomè diventa altamente simbolica (non a caso, sempre Cranach aveva dedicato una sua tela anche a lei).
Fra la fine del XIX secolo e i primi decenni del XX Salomè è l'onnipresente protagonista di numerose opere letterarie, e tantissimi pittori la pongono al centro delle loro raffigurazioni enfatizzando spesso il momento del piacere sadico che le deriva dal vedersi consegnata in un vassoio la testa di Giovanni Battista. Si veda ad esempio questa interpretazione del francese Pierre Bonnaud (1865-1930).
Particolarmente inquietante (sempre dal punto di vista di noi maschietti) è la Salomè dell’artista austriaco Julius Klinger (1876-1920) in cui la giovane principessa non sorregge una testa, ma semmai qualcosa che assomiglia indiscutibilmente a un pene mozzato…
Giulio Aristide Sartorio (1860-1932), pittore assai amato in questo blog, utilizza il mito greco della Gorgone per dare vita a una donna che – letteralmente – mette i piedi in testa agli uomini caduti impotenti e paralizzati di fronte al suo stregonesco potere.
L’illustratore e scrittore polacco Bruno Schulz (1892-1942) ha dedicato un libro all'argomento – “Il libro idolatra” – in cui vengono messi in scena gli aspetti più oscuri del rapporto fra uomo e donna, con particolare riferimento all'umiliazione maschile. La tavola intitolata “Undula l’eterno ideale” è piuttosto esplicita…
Infine propongo un’opera del celebre artista norvegese Edvard Munch (1863-1944), “Il vampiro”. Qui la donna è una creatura mostruosa che succhia il sangue dell’uomo, oppure è lei stessa la ferita che ammanta di rosso il maschio sconfitto.
Munch è uno dei miei pittori preferiti, lo trovo pazzescamente intenso! Non conoscevo invece il quadro di Klinger, inquietante anche per una donna! :)
RispondiEliminaTalk'n Tea - Il Blog di Greta Rauleac
Ovviamente è altamente simbolico, però fa paura, sì.
Eliminacome sempre interessanti e professionali questi post sulla pittura. Il quadro di Klinger mi ha sinceramente messo molta inquietudine...
RispondiEliminaÉ molto forte e molto diretto, non c'è dubbio.
EliminaIl Vampiro è un'opera che mi piace moltissimo e credo di averla vista in una mostra (su Munch) a Lugano nel 1998 o 1999.
RispondiEliminaIl tuo post è interessante ma è un tema non troppo "caldo" per i miei gusti e su cui non mi sarei soffermata: quindi, grazie! :-)
E di cosa? Sei sempre la benvenuta qui :-)
EliminaChe interessante posto.
RispondiEliminaDa noi, da un po' di tempo le ragazze sono carnivori e i ragazzi sono erbivori.
Allora devo trasferirmi in Giappone :-P
EliminaBeh, ripensandoci, io non sono più un ragazzo... :-(
Molto interessante questa rassegna di quadri a tema! La Dalila di Liebermann sembra quasi una Sofia Loren giovane, e lo sfondo è molto particolare: i soldati/ spettatori, per me ci sono ma non si vedono.
RispondiEliminaCi sono sicuramente dettagli simbolici che a un profano come me sfuggono.
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