sabato 17 maggio 2014

Trucchi per vendere libri divenuti famosi

Per piazzare un paio di copie in più, certi scrittori (e soprattutto certi editori) si inventerebbero di tutto.
La pubblicità è l'animo del commercio, si dice, e in fondo anche il mercato editoriale è - appunto - un mercato in cui ogni trovata può favorire le vendite.
Ma non è un fenomeno limitato ai libri da bancarella. Anche autori poi divenuti celebri hanno fatto ricorso a trucchi da piazzista.
Un esempio è Gabriele D'Annunzio, un vero artista dell'autopromozione. Il suo primo libro di poesie, "Primo vere", pubblicato quando lui aveva appena sedici anni, venne furbescamente ammantato di una triste vicenda: il giovane poeta - questa fu la voce che fece circolare D'Annunzio - era morto cadendo da cavallo, quindi il libro era praticamente postumo.
La notizia della tragica scomparsa alimentò le vendite, e sebbene si dica che le bugie hanno le gambe corte, nel caso del Vate quello fu solo il primo passo verso una grande successo e una fama duratura.
Un altro caso celebre è quello relativo a "Il diavolo in corpo" di Raymond Radiguet. L'editore Bernard Grasset lo pubblicò nel 1923 enfatizzando la giovanissima età dell'autore. 'Le premier livre d'un romancier de 17 ans' recitavano le già allora famigerate 'fascette' pubblicitarie. Inoltre la trama del romanzo sembrava fatta apposta per creare scandalo secondo il noto adagio "si sparli purché se ne parli", pertanto molti intellettuali lo accolsero con estrema diffidenza.
Ma "Il diavolo in corpo" non è diventato uno dei tanti titoli effimeri poi scomparsi nel lungo elenco dei best-sellers dimenticati. La critica francese è concorde nel giudicarlo un'opera di elevato valore letterario, prescindendo dalle furbate editoriali della sua prima pubblicazione, e ancora oggi viene letto e studiato.
Parlando di libri più recenti, "Radici", romanzo di culto per un'intera generazione di lettori afroamericani che racconta la vita dei neri d'America dai tempi della schiavitù sino agli anni '60 del XX secolo, venne presentato dall'autore Alex Haley come una fiction rievocativa basata su fatti autentici riguardanti la storia della sua famiglia, che egli aveva ricostruito tramite un'accurata ricerca di documenti.
La sua "accurata" ricostruzione si dimostrò però assai improbabile e piena di forzature in seguito alle contro-verifiche di alcuni studiosi. Haley continuò per tutta la vita a sostenere che gli eventi narrati fossero veritieri, ma ormai moltissimi si permettono di dubitarne. Però, nonostante questa possibile frode dell'autore, nessuno ha mai messo in discussione la qualità letteraria del libro che continua a essere considerato un testo importante nella storia letteraria americana recente.
Insomma, talvolta anche opere di valore sono state reclamizzate con malizia.
Chissà se qualche libro dei nostri giorni, portato al successo con mirate operazioni di marketing, riuscirà a sopravvivere alla prova del tempo...

14 commenti:

  1. Anche il "mio" Picnic a Hanging Rock entra di diritto a far parte della lista, dal momento che al di là della sua riconosciuta qualità letteraria, molta della sua fama è dovuta all'essere stato presentato come un resoconto di fatti realmente accaduti.

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    1. Spacciare un romanzo per "storia vera" è un classico, lo considero più un artificio letterario che un trucco pubblicitario.

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  2. Senza dimenticare il famoso caso di Dante Gabriele Rossetti che seppellì il libro di poesie appena scritto nella tomba della fidanzata appena morta per poi recuperarlo nottetempo e proporlo ad alcuni editori, storia che tu conosci meglio di me.

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    1. Venne ampiamente criticato per questa azione già ai suoi tempi. E comunque molti dicono che davvero aveva seppellito il libro di poesie nella bara della fidanzata con l'intenzione di non pubblicarlo, e solo dopo parecchio tempo cambiò idea. Alcuni gli concedono fiducia insomma, non pensano a un trucco per fare clamore.

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  3. Conosco "scrittori" che per vendere un libro venderebbero, anzi
    già vendono la madre, quindi non mi stupisco

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    1. Ho volutamente tralasciato i casi più ignobili, comunque sempre legati a autori di serie B.

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  4. La più ignobile farsa che ricordo è comunque la fascetta apposta da un editore a un suo libretto che pubblicava un insignificante racconto di Tommaso Landolfi "Cancroregina" presentandolo come il più bel racconto di fantascienza del secolo. Ovviamente era il periodo degli anni 70 in cui andava per la maggiore il genere fantascientifico. Roba da galera!

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    1. Ah, beh, io ho visto persino l'integerrima Adelphi, nel periodo in cui papa Benedetto si era appena dimesso e bisognava fare un nuovo conclave, riproporre "Roma senza papa" di Guido Morselli con la fascetta "Un romanzo profetico" o qualcosa del genere...

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  5. :-( ti avevo scritto un commento e non so dove sia sparito: sta capitando spesso anche con altri blog, per cui non capisco se sono svampita io o è il computer che non mi permette di comunicare come vorrei.
    Dicevo: pensavo, dal titolo, che ti riferissi ai nuovi formati salvaspazio orizzontali dei libri, di cui ho intravisto un articolo qualche giorno fa ma su cui non mi sono soffermata, per cui non so dirti di più. per quanto riguarda gli autori, come dici tu, è il tempo a decidere chi diventa immortale... però se le vendite si fanno quando si è ancora in vita è meglio ;-)

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    1. Ah, sì. Meglio godersi il successo da vivo come Guido Da Verona e perderlo postumamente, piuttosto che riceverlo solo da morto come Guido Morselli.

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  6. Alla fine, come hanno detto altri, è il tempo a giudicare le cose, ma in un epoca come la nostra dove diventa famoso solo chi urla e fa cose fuori di testa (e non solo in letteratura!), questi sotterfugi spesso valgono più del libro in se. E poi, una cosa che ho notato ultimamente specie nelle IV di copertina quando c'è, le frasi sono sempre uguali, in fotocopia. L'autore è sempre da X milioni di copie (o centinaia di migliaia); il libro è sulla scia di... e giù il titolo di un classico della letteratura. Alla fine pare che i libri siano tutti uguali!

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    1. Sicuramente gli editori sono imprenditori e inseguono soprattutto il successo economico. La speranza è che anche in futuro, come è successo per questi casi passati, alcuni romanzi si distinguano per il loro valore letterario indipendentemente dai "trucchi" usati per essere venduti.

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  7. Di Radici, che ho da tantissimi anni, anche se ancora non letto, non sapevo nulla.

    Ti cito però il caso di Amityville: ricorderai il film horror. Ebbene, è tratto dal libro-documento "The Amityville Horror - A true story", ma in realtà è tutto inventato. Ne scrissi nel mio blog. Sono anche riuscito a procurarmi una copia della prima edizione di quel libro.

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    1. Ciao, benvenuto :-)
      Come dicevo a Ivano, far credere che un certo libro sia ispirato a una storia vera è anche un artificio letterario. Poi è ovvio che gli editori ci marciano sopra e lo trasformano in un vero e proprio trucco editoriale.

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