martedì 23 febbraio 2010

Il piccolo editore ideale

Lei mi ha spedito il suo manoscritto e la ringrazio, ma volevo farle una domanda: perché l’ha inviato proprio a me? Sa, per me l’editoria non è l’attività principale. Io mi guadagno da vivere con la stampa di cataloghi, manifesti, lavori tipografici di vario genere… L’editoria l’ho aggiunta perché mi piace leggere cose originali, e magari tra i vari manoscritti che mi mandano ne può capitare uno interessante. Però resta un’attività secondaria. Il grosso del guadagno lo faccio con la tipografia, quindi con l’editoria posso anche permettermi di guadagnarci poco. Ho detto: “guadagnarci poco”, non: “rimetterci”. Io non sono un ente di beneficienza, è sempre opportuno rammentarlo. L’editoria è il mio personale sfoggio di cultura, ovviamente non disinteressato. Per capirci: mi piace l’idea che la gente dica “Hai visto, Tizio fa l’editore!”. E’ una forma di vanità, lo ammetto. Però non mi guardi con quegli occhi! Proprio lei che vorrebbe pubblicare un libro! La sua non è forse un’altra forma di vanità? Io sono sicuro che tra le varie cose che la spingono a scrivere c’è anche il desiderio che la gente dica: “Hai visto, Caio fa lo scrittore!”, non lo neghi per favore!
Comunque, parlando di me come editore, la vanità di cui le dicevo mi costringe a fare un po’ di selezione. Tradotto in italiano, significa che non mi va di pubblicare ogni puttanata che mi viene proposta solo per poter dire: “Lo scorso anno ho messo in catalogo venti libri”. No, preferisco limitarmi a quattro / cinque libri l’anno, che però devono essere belli. Non intendo fare figure di merda inserendo roba di cattiva qualità.
Nel suo caso devo dire che il romanzo è ben scritto, e ha anche una certa originalità, però ci sono cose che non vanno. Il secondo capitolo è troppo ingenuo, bisogna rivederlo, e direi anche il quinto. I refusi e gli errori grammaticali può tralasciarli, quelli sono un problema mio, però certe parti vanno riscritte. Quindi eviti di dire agli amici che a breve pubblicherà un libro, ci vorranno minimo nove mesi prima che si arrivi alla stampa.
A proposito di stampa: è necessario che le faccia presente una cosa. Vede, io ho un caratteraccio, e ho litigato con Mondadori, Feltrinelli, Giunti e tutte le grandi catene librarie. Gli unici con cui riesco ad andare d’accordo sono tre librai della mia città, i soli ai quali concedo l’onore di vendere i miei prodotti. Siccome sono tre librerie piccole non posso dargli duecento copie a testa, non saprebbero dove metterle. Perciò la prima edizione sarà limitata a cento, anzi facciamo ottanta unità. Ma non intendo costringere eventuali acquirenti del suo libro a venire sin qui per prenderne una copia, non sono così cattivo. Ci inserirò un codice ISBN in modo che possa essere comprato via internet tramite i principali rivenditori on line tipo Ibs o Webster.
Cosa dice? Ottanta le sembrano poche quindi… NON CI PROVI NEANCHE! Non si azzardi a propormi di contribuire alle spese di stampa o a garantirmi l’acquisto di un numero minimo di copie per aumentare la tiratura! Lei faccia l’autore, a fare l’editore ci penso io.
Come penso di promuoverla? Beh, sicuramente i tre librai con cui sono convenzionato parleranno del suo romanzo ai loro clienti abituali. Consideri che parliamo di cento / centocinquanta persone al massimo, e non è detto che il suo libro possa interessare a tutti. Per il resto d’Italia deve pensarci lei. Al limite posso darle una decina di copie che potrà dare in conto deposito ad una libreria di sua fiducia. Se restano invendute le rivoglio indietro, chiaro? Le tengo in magazzino, magari l’anno prossimo salta fuori un best seller con un argomento affine a quello del suo romanzo e così ottiene una certa visibilità riflessa. A volte succede.
Lei non è convinto, eh? Pensa che non sono in grado di darle la giusta visibilità… Mettiamola così: stampando una tiratura tanto bassa a me basta vendere trenta copie e mi sono già rifatto delle spese. Se le vendiamo tutte e ottanta possiamo valutare una seconda edizione, ok?
… Lei vuole sapere che tipo di garanzie posso darle nel caso che il suo romanzo susciti un interesse tale da rendere legittimo il desiderio di una maggiore presenza sul mercato. Beh, intanto la invito a non volare troppo con la fantasia: sono tanti i romanzi pur discreti che rimangono inosservati e pressoché invenduti. Se il suo caso fosse diverso, e magari il suo libro riuscisse a stuzzicare qualche editore più grande e più simpatico di me, lei mi faccia semplicemente telefonare. Noi editori siamo soprattutto imprenditori, quindi si tratterebbe solo di trovare un accordo economico. Io accetto di pubblicare il suo libro a mie spese e rischio il mio denaro, perciò se capita che un collega più ricco di me mi chieda di cedergli i diritti di pubblicazione vorrei avere un piccolo tornaconto. E’ come se avessi fatto scouting, una provvigione me la merito, no?
E poi mi dovrà obbligatoriamente concedere di farmene un vanto. Se riesco a scovare un autore che diventa famoso, vorrei scriverlo sul mio sito internet. Una cosa tipo: Caio ha pubblicato il suo primo romanzo con noi, e ci metto tanto di copertina e una sua foto. Lei, da parte sua, dovrà avere la compiacenza di non fare lo snob. Quando le chiederanno: “Ma è vero che il suo primo libro è stato pubblicato da quel piccolissimo editore che novantanove lettori su cento non sanno neppure chi sia?”, faccia un sacrificio e ammetta: “Si, è vero, ho iniziato con lui. E’ stato il primo a credere nelle mie capacità come scrittore”.
Adesso però basta con le chiacchiere, è ora di lavorare. Tenga presente che ci sono molti scrittori che pubblicano cinque, sei, dieci libri rimanendo perfetti sconosciuti e guadagnando veramente poco. La cosa che gli interessa davvero è portare avanti un’attività che gli dia soddisfazione a livello personale, senza considerare gli aspetti economici, e perciò per mantenersi continuano a fare altri lavori. Esattamente il modo in cui io faccio l’editore. Se questo modo non le piace si rivolga a qualcun altro.

4 commenti:

  1. Perché l'onesta è diventata così rara da farci un post che sembra un racconto di fantasia?

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  2. Ovviamente non conosco l'editore in questione, ma se un giorno dovessi incontrarlo giuro che fornisco a tutti voi il suo indirizzo :)

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