Non pongo limiti al tempo che devo concedere alla scrittura e alla lettura, e infatti mi può capitare di scrivere qualche riga mentre sto per uscire di casa, spegnendo subito il computer dopo aver salvato una trentina di parole, e sempre più spesso mi capita di leggere solo un paio di pagine alle undici di sera prima di arrendermi all’inevitabile necessità di dormire.
Non mi pongo limiti a ciò che vorrei scrivere, infatti sto adattando un mio vecchio racconto a romanzo breve alla media di tre righe al giorno, e contemporaneamente sto portando avanti un mio antico progetto di racconti comici alla stessa media del racconto-romanzo.
Non mi pongo limiti agli obiettivi, infatti intendo spedire entrambi i manoscritti a diversi editori, ovviamente appena saranno terminati.
Per forza di cose, non mi pongo limiti di scadenza per la loro ultimazione. Non sono nella condizione di pormeli. Ci metterò il tempo che ci metterò. Sei mesi, un anno, due anni… chissà.
In definitiva, c’è soprattutto una cosa per la quale non devo pormi dei limiti: la perseveranza. E anche la pazienza.
Bravo, fai benissimo!
RispondiEliminaIo invece vivo nella costante paura di non riuscire a finire ciò a cui sto lavorando, quindi quando ho una buona idea, mi impongo dei ritmi di lavoro allucinanti... In effetti non è una delle cose più rilassanti da fare.
Posso garantirti che anche scrivere o leggere nei "ritagli di tempo" ha i suoi scompensi, in particolare un senso di frustrazione per la lentezza con cui procede il lavoro.
RispondiEliminaPerò, almeno in questo periodo, non ho alternative: tre, quattro righe al giorno. Speriamo che questo week-end non ci siano impegni particolari così magari riesco ad alzare un po' la media...
Leggendo i vostri commenti... consiglio una via di mezzo tra le due strategie ^_^
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