Maurits Cornelis Escher (1898-1972) è un artista ormai divenuto icona del XX secolo, e non necessita di presentazioni. Le sue immagini sono diventate famigliari a chiunque abbia un minimo di interesse per le arti figurative, ed è abbastanza facile trovare libri che raccolgono riproduzioni delle sue incisioni.
Le sue tematiche sono fondamentalmente quattro:
-(vedi sopra) degli “incastri” di figure tipo mosaico (chiedo scusa per il linguaggio rozzo, ma non ho la stoffa del critico d'arte come si sarà ben capito);
-strutture dove le prospettive e gli elementi solidi sono “impossibili” (vedi in basso a sinistra)
-immagini realistiche ma sempre rappresentate in modo inusuale, come la famosa incisione della sfera qui riportata in basso al centro o le cime d'albero specchiate da una pozzanghera
-paradossi visivi, tipo l’altrettanto celebre immagine delle due mani che si disegnano (vedi link)
Nel suo universo grafico tutto appare meccanicistico, schematico, ma non per questo privo di fantasia e sogno, anzi, a volte la trasfigurazione della realtà che ammanta le sue opere ha uno straordinario effetto onirico, a metà fra il sogno e l’incubo, o piuttosto trasmette la curiosa sensazione di trovarsi sospesi in una dimensione alternativa alla nostra, dove le percezioni sensoriali funzionano con dei criteri diversi rispetto a quelli cui siamo abituati.
Un creatore geniale.
E' geniale. Io mi perdo nei suoi disegni, e non solo perché non sai mai da quale parte cominciano, ma perché si resta affascinato da come la realtà viene sviscerata: quello che a prima vista sembra una cosa, con un suo inizio e una fine, poi trasmigra in qualcos'altro. Un po' come la scrittura di Philip Dick, se posso fare il paragone.
RispondiEliminaTemistocle
Finalmente un pittore che conosco :)
RispondiElimina@ Tim: si, condivido in pieno. Inoltre apprezzava tantissimo l'Italia, in cui ha vissuto per molti anni.
RispondiElimina@ Mirco: visto che ho pensato anche a te? ;-)