giovedì 13 gennaio 2011

Fama postuma

Si dice che sia la tipica consolazione degli artisti che non riescono a sfondare da vivi. Scribacchini e pittori della domenica intenti a immaginare che - in seguito ai cambiamenti sociali e culturali che si verificheranno - le generazioni future riusciranno a cogliere pienamente i contenuti profondi delle loro opere, in questo momento troppo “avanti” per essere apprezzate come meritano.
Ovviamente questo capita a uno su mille. Gli altri novecentonovantanove sono solo privi di talento e saranno ignorati anche da morti.
Visto che io rientro fra questi mille, voglio precisare che non ci tengo ad essere quell’uno che otterrà il riconoscimento postumo da parte della critica e magari anche dalla massa dei lettori.
Personalmente la reputerei una presa in giro (del destino, ok, non degli altri esseri umani, ma comunque una beffa).
Perciò colgo l’occasione per lanciare un appello. Vi prego, rispettate la mia volontà e non aspettate che io sia morto per leggere ed apprezzare i miei scritti: cominciate già da adesso.
(P.S.: è così evidente che tutta la premessa era solo una scusa per scrivere l’ultimo paragrafo?)

11 commenti:

  1. :)
    in effetti... della fama postuma uno che se ne fa?!

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  2. @ c'è chi tiene anche a quella... personalmente preferisco piccole soddisfazioni (che so, un libro pubblicato da un micro-editore e una cinquantina di lettori) quando sono ancora in grado di vederle coi miei occhi.

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  3. ahahahhahahah... bellissimo post! Io già apprezzo come scrivi ^_^

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  4. Beh, in fondo si tratta solo di un cambio di vocale: si fa la fame da vivi per avere la fama da morti! Ma non aver paura: io leggo e apprezzo molto. (ho risposto giusto? ho vinto quacchecosa?)
    Temistocle

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  5. Dicono che anche la fama, stanchi.
    E molto prima di quanto non avresti creduto.
    "Guarda là, ma non è Ariano Geta quello che sta per comprare una scatola di zuppa di piselli??? Andiamo a chiedergli un autografo!"
    E tu, coperto da un paio di occhialoni neri, i più grossi che eri riuscito a trovare, sbuffi e pensi: "Cristo santo, eccone altri due".
    O magari anche no... in fondo, gli scrittori hanno meno riconoscibilità delle postar e delle tv-star, e hanno migliori possibilità di essere ignorati esattamente come ti ignorano ora: ricordo qualche anno fa, in vacanza all'isola d'Elba, Giorgio Faletti seduto al nostro stesso bar con nessuno che lo riconosceva e importunava.
    Quindi: Ariano come Faletti.
    Coraggio. ;)

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  6. @ Glauco: thank you :)
    @ Tim: no, non si vince nulla, ma garantisco che riceverai una copia autografata del primo libro che riuscirò a pubblicare. Se hai mooolta mooolta pazienza, forse un giorno...
    @ Luca: a me basterebbe anche solo pubblicare qualcosa che venda una cinquantina di copie, non chiedo altro. "Come Faletti"... basta che non intendi il Faletti del "giumbotto" ;-P

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  7. Poi quando pubblichi e vendi 50 copie vorresti venderne 500, poi pubblicare ancora, poi 5000... cioè, mi sa che se uno lo fai contento facilmente vuol dire che a fare lo scrittore non ci pensa nemmeno ^^.

    Simone

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  8. Così si fa: ti ho detto cosa penso della tua scrittura:-)

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  9. @ Simone: è anche possibile che l'appetito venga mangiando, queesto è vero...
    @ Ferruccio: sì, ma io non mi riferivo solo al blog, anche agli ebook.

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  10. Io potrò dire di averti stretto la mano :O

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  11. @ Mirco : ma hai dimenticato di chiedere l'autografo e la foto assieme XD

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