Sono praticamente convinto che essere originali ormai é impossibile. Sono 4000 anni che l'uomo scrive per dar corpo alle sue emozioni, e negli ultimi secoli la quantità di esseri umani alfabetizzati ed istruiti che creano letteratura é aumentata vertiginosamente. Ed é una cosa bellissima. Ma questo fa sparire la possibilità di scrivere una "novità".
Borges, uno dei miei autori preferiti, in un suo racconto cita un saggio di Benedetto Croce del 1904, definendolo "la miglior confutazione delle allegorie" che avesse mai letto. Poi però aggiunge un'osservazione paradossale: le tesi di Croce in questo saggio erano già state smontate 3 anni prima da G.K. Chesterton senza che i due si conoscessero. Lo studio di Chesterton sulle allegorie sembra fatto apposta per smentire quello di Croce che però sarebbe stato pubblicato solo successivamente... E Borges fa un commento molto significativo:
"Tanto é isolato e vasto il mare della letteratura".
E' vero. Io scrivo un romanzo pensando di essere originale, ma magari un romanzo molto simile al mio lo sta scrivendo un giapponese, a sua volta convinto di essere originale... Oppure sviluppo una trama altamente innovativa per poi scoprirla quasi identica in un racconto di uno scrittore messicano del 1910...
Seguendo il simbolismo di Borges, il "mare della letteratura" é talmente variegato ed esteso che appare impossibile aggiungerci anche una sola goccia diversa da tutte le altre già versate in esso.
Ma per quanto possa essere uno sforzo inutile, voglio continuare a provarci...
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