venerdì 19 novembre 2010

Conversazione immaginaria (forse)

AVVENTORE (leggendo il giornale): Ma che vonno cambià i programmi scolastici, tanto i giovani d’oggi so’ ignoranti. C’hanno tutti il diploma, ma ne sanno meno di noi co’ la quinta elementare. Tu ce l’hai il diploma?
IO (accettando incautamente di conversare): Sì.
AVVENTORE: Ecco, tu lo conosci il latino?
IO: No, non ho fatto il Classico…
AVVENTORE: Ecco, io, a settant’anni conosco il latino, e mica ho fatto il liceo! Rose rosarum rosis rosas rose rosis! Tu mica lo sapevi, eh?
IO: No.
AVVENTORE: E le poesie! Che tra i ragazzi d’oggi ce ne sta uno che sa le poesie? Manco uno! Io me le ricordo tutte invece! La nebbia agli irti colli piovigginando sale, e sotto il maestrale urla e biancheggia il mar… Non insegnano più niente! Ai tempi miei sì che c’insegnavano bene le cose!
IO (continuando stupidamente a farmi coinvolgere nella discussione): Il fatto di imparare le cose a memoria non credo sia rilevante. Una cosa che mi fastidio – questa sì – è che non riescono quasi mai a terminare il programma e a arrivare almeno al ventesimo secolo. Autori come Svevo e Pirandello andrebbero studiati meglio…
AVVENTORE (con aria decisa e sdegnata): Pirandello lo possono pure saltà, tanto nun serve a niente.
IO (cominciando tardivamente a capire): Come non serve a niente?
AVVENTORE: Tu l’hai mai visto “Sei personaggi in cerca d’autore”? Cioè, nun è una cosa normale, quella è roba bona pe’ er pissicologo! A me me so’ bastati cinque minuti in televisione e poi ho subbito cambiato canale.
IO (inspiegabilmente fiducioso nel voler insistere nella discussione): E’ un testo teatrale complesso, però la letteratura di Pirandello è qualcosa di gigantesco, non è solo “Sei personaggi in cerca d’autore”. Ha scritto tantissime opere di narrativa tradizionale piene di spunti straordinari, e c’è anche dell’umorismo. Infatti molte novelle di Pirandello hanno avuto successo proprio perché erano perfettamente comprensibili per tutti, e spesso avevano elementi comici.
AVVENTORE: Comici? Pirandello? Me sa che stai a sbajà, eh!
IO: Beh, per fare un esempio: “La giara” e “La patente” sono due racconti divertenti, anche se hanno contenuti profondi…
AVVENTORE (ridendo con l’aria di chi la sa lunga): Eccolo là, te lo dicevo che a voi non ve insegnano niente! “La giara” e “La patente” nun sono di Pirandello, ma del grandissimo Edoardo De Filippo. E tu sicuramente nun lo sai, ma de “La patente” hanno fatto pure un film col grandissimo Totò, che oltre a essere un grandissimo comico era pure un grandissimo poeta. Tu l’hai letta “A’ livella”?
IO (meglio tardi che mai, finalmente mi sono reso conto): Sono argomenti interessanti, però adesso devo andare perché… mi aspettano… altrimenti faccio tardi… Arrivederci.
AVVENTORE (soddisfatto di se):  'A morte 'o ssaje ched'e? E’ una livella… Altro che Pirandello, dovrebbero insegnà Totò ai giovani d’oggi. Ma tanto che ne sanno, nun sanno niente!

5 commenti:

  1. Ho frequentato il liceo classico, diplomandomi nel 1979. Ho avuto la fortuna di avere un professore di italiano che l'ultimo anno ha svolto il programma privilegiando i contemporanei, sorvolando tutti quegli autoricoli del sette-ottocento, affrontando i grandi del secolo scorso (anzi di due secoli fa!) quasi per sommi capi, ma arrivando a trattare gli autori del 'gruppo '63, Pasolini, Moravia e via dicendo. Lo stesso valse per Storia e Filosofia, per le quali addirittura l'insegnante si offrì di fare delle lezioni extrascolastiche al pomeriggio, facoltative, in cui trattò praticamente tutti gli autori del XX sec., da Gramsci a Lenin, da Croce a Gentile, da Freud a Jung ad Husserl e via dicendo, dandoci una visione d'insieme delle radici culturali del nostro tempo.
    Oggi non so come inquadrare la scuola e gli studenti, ma anch'io ho i miei dubbi sulla loro preparazione. Anche se non dobbiamo dimenticare che la preparazione degli studenti dipende da quella degli insegnanti. Oggi probabilmente hanno altre priorità e ci sono conoscenze diverse, forse per questo le chiamano 'competenze'.
    Temistocle

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  2. La mia insegnante d'italiano era sicuramente preparata.
    Ma ci sapeva fare con noi studenti come un caimano ci sa fare con l'uncinetto.
    Il risultato era che studiavamo per paura e non per interesse o piacere.
    Non posseggo grandi doti mnemoniche e ricordo assai poco di quanto insegnato al liceo, ma ho avuto modo di integrare la mia preparazione letteraria in altri modi, leggendo e scrivendo in primis.
    E quando mi imbatto in personaggi come quello da te descritto, mentalmente prendo appunti: la realtà è da sempre la maggior fonte ispiratrice della fantasia.

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  3. Le persone non sanno più rendersi conto dei propri limiti. Tutti scrivono pensando di essere bravi, quei pochi che leggono pensano di essere super-colti. Un po' di umiltà ci vorrebbe in queste cose e in cose più serie.

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  4. Esattamente. Trattandosi di un divertissment, nei prossimi giorni prenderò di mira altre tipologie umane, incluso me stesso ;-)

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  5. Ahah, ce ne fosse poca di gente così! ^^

    Simone

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