Pirandello è uno dei miei scrittori preferiti, e viene unanimemente inserito dai critici nell'olimpo dei grandi autori del XX secolo.
Azzardando una fugace ucronia storico-letteraria, si potrebbe però ipotizzare un 2012 in cui Pirandello viene ricordato non come scrittore e autore teatrale ma "soltanto" come... poeta. Le sue prime opere furono libri di poesie, e lui stesso disse molti anni più tardi che per lungo tempo aveva pensato di dedicarcisi in modo quasi esclusivo, considerando le opere in prosa meno importanti. Se le sue poesie avessero ottenuto il successo e l'approvazione da parte dei salotti letterari dell'epoca, forse avrebbe ricevuto una spinta decisiva in quella direzione. Invece non ebbe particolari riscontri. Stranamente il suo enorme talento non emerse - forse a causa della giovanissima età - e nel corso degli anni si orientò verso la narrativa e poi, successivamente, anche verso il teatro.
Qualcosa di simile è accaduto a Philip K. Dick, che agli inizi della sua carriera da scrittore aveva creato opere di narrativa tradizionale. Tuttavia non erano piaciute agli editori. Si orientò allora verso la fantascienza in modo esclusivo, ma solo dopo aver rinunciato alla letteratura mainstream. La cosa bizzarra è che alcuni dei suoi romanzi "di consumo" - considerati all'epoca una forma di intrattenimento per lettori di serie B - sono oggi catalogati tra i migliori esempi di narrativa moderna. Con le novelle di science-fiction (normalmente disdegnate dai critici) Dick ha ottenuto un riconoscimento letterario di altissimo livello, superiore a quello ottenuto dai suoi romanzi tradizionali.
Insomma, c'è chi ha un talento gigantesco e innegabile nella scrittura, ma prima deve incanalarlo nel segmento giusto. L'importante è saperlo scoprire.
Sono d'accordo con te. Questo però 'mi' crea alcuni problemi. Io dico sempre che bisogna scrivere di quello che si sente, senza badare alla forma (in questo caso: mainstream o SF? poesia o narrativa?). E allora vorrebbe dire che cambiare 'canale' significherebbe venire incontro al gusto del pubblico. Oppure, seconda ipotesi, è il gusto del pubblico che indica la strada migliore per esprimersi. Bah! dilemmi insolubili!
RispondiEliminaPenso che ci voglia la giusta dose di fortuna. Tipo: il tuo talento emerge nel genere giallo, e guarda caso i lettori si innamorano proprio dei tuoi gialli.
EliminaLa sfortuna è quando a te non piace affatto scrivere gialli (pur avendo talento) e preferiresti il fantastico o altro...
Bell'articolo. Io di Pirandello conosco anche i primissimi racconti scritti in stile "Verghiano", anche quelli non piacquero molto al pubblico, nè a certi editori.
RispondiEliminaIn effetti i racconti troppo realistici e privi di interventi da parte dell'autore gli tarpano le ali: il vero talento di Pirandello era, al contrario, commentare e inserire costantemente i pensieri della voce narrante per far notare quanto la "realtà" sia un concetto estremamente fallace e discutibile...
EliminaInteressate, anche perchè, come ha detto Tim,penso che bisogni scrivere quello che si sente.
RispondiEliminaComunque, credo, che quello che si sappia scrivere derivi anche dal genere di letture e di cultura presente in ognuno di noi e diversa per ognuno, quindi se la tua formazione letteraria ti porta a saper scrivere un tipo di narrativa, probabilmente e quello che sentiresti di scrivere.
Solo devi scoprirlo :D
Probabilmente è così, anche se credo che subentri anche qualche elemento innato presente in ognuno in misura diversa.
EliminaIo penso che scrivere è un lavoro difficile, e che farsi conoscere e apprezzare è un altro lavoro forse ancora più difficile del primo.
RispondiEliminaPer questo è così complicato ottenere qualche riconoscimento come autore: perché bisogna eccellere in 2 professioni estremamente impegnative.
Simone
Diciamo che oltre a essere un ottimo scrittore bisogna essere anche un ottimo rivenditore di se stesso ;-)
EliminaNon c'e la scorciatoia...
RispondiEliminaNo, altrimenti l'avrei già imboccata io ;-)
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