martedì 14 luglio 2009

Pubblicare...

Pubblicare un libro presso una casa editrice “istituzionale” sta diventando sempre più difficile.
Parlando della mia esperienza personale, posso dire di aver proposto un manoscritto ad un noto editore del nordest che mi ha risposto con un file word quasi completamente bianco, eccetto sette parole: al momento non prendiamo in visione manoscritti. Un altro noto editore del nord non mi ha neppure risposto. Ho pensato: sbaglio io a rivolgermi a nomi così prestigiosi, devo provare con editori “piccoli”. Così mi sono rivolto ad un editore di Treviso, ottenendo ancora la tipica risposta preconfezionata di rifiuto. Mi è venuto in mente uno delle mie parti, anticonvenzionale e apparentemente propenso a dare spazio a nomi nuovi. Ma nel modulo per sottoporre il proprio manoscritto si faceva presente che NON sarebbero stati “presi in considerazione”: fantascienza, storie d’amore, poesie, aforismi, saggi e raccolte di racconti… il grassettato era proprio il mio caso… Un editore di Roma invece spiegava nel modulo di invio che si poteva spedire qualunque cosa, ma che loro erano specializzati in narrativa “trasgressiva” ed “erotica”, quindi al di fuori di quel settore c’era poca possibilità... E aggiungeva che “non si forniscono valutazioni”…
Ecco, questo è un altro aspetto non da poco. Anche una famosa casa editrice di Torino ed una meno nota di Milano specificavano la stessa cosa: “non si forniscono valutazioni”… Praticamente io spedisco il mio manoscritto, loro non lo restituiranno mai (ben specificato), daranno una risposta dopo circa 12-15 mesi (anche questo ben specificato sul modulo di invio), e il massimo che posso aspettarmi dopo più di un anno di attesa è lo stereotipato: “il suo manoscritto non è confacente alla nostre attuali necessità”… Va bene, ma come era? Aveva un qualche valore letterario? Ho dato prova di avere un minimo di talento? Faceva schifo? E’ meglio che mi dia all’ippica?... A volte penso alle bellissime strisce dei Peanuts, e al tormentone di Snoopy che spedisce continuamente i suoi racconti a vari editori per ricevere risposte tipo: “Non pubblicheremmo le sue storie neppure se lei fosse l’ultimo scrittore rimasto sulla terra” o “La supplichiamo di non inviarci più la sua robaccia”…
Magari potessi ricevere una risposta del genere! Significherebbe che qualcuno ha letto il mio scritto e ha emesso un giudizio. Invece mi ritrovo al punto di partenza: non sono riuscito ad avere neppure una valutazione da un recensore competente, figuriamoci se posso anche solo sognare di pubblicare… A meno che non mi accolli io le spese, sborsando un bel po’ di soldi. Fino a poco tempo fa era così: ti rivolgevi ad una casa editrice/speculatrice, e loro ti pubblicavano qualunque cosa, bastava pagare le spese di stampa, spesso svariati milioni di vecchie lire.
Pubblicare a proprie spese era la norma, qualche secolo fa. Aristocratici intellettuali (gli unici che potevano permetterselo) facevano stampare i propri libri per farli circolare fra amici ed elite culturale.
Poi nel 1800 è nato il mercato del libro, gli scrittori professionisti, e le case editrici sono diventate preminenti. La pubblicazione a proprie spese è sopravvissuta, ma come un lusso per chi poteva permettersi di spendere.
Poi, ecco che nel terzo millennio è apparso qualcosa di nuovo… il book on demand… L'ho scoperto con molto ritardo (mea culpa, non sono ancora pienamente entrato nel 3° millennio). Ora tutti, veramente TUTTI, possono diventare autori e pubblicare i propri libri senza svenarsi.
Il mio primo pensiero é stato: perché no? E tanto per non fermarmi alle parole, sono passato ai fatti e sto per entrare nel mondo di Boopen

2 commenti:

  1. Ehm... Boopen? Io ho pubblicato qualcosa con loro un paio di anni fa.
    La mia esperienza con il Print on Demand la trovi cliccando qui, sono 16 post... leggi anche i commenti ^_^

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  2. Li avevo già letti proprio perché prima di pubblicare con Boopen avevo cercato un po' di testimonianze in rete ;-)
    Mettiamola così: il "vincolo" quinquennale con Boopen é pesante se si pensa di avere la possibilità di essere notati a breve da un grosso editore, e comunque solo relativamente (con Boopen sto pubblicando UN libro, ma ne ho anche altri nel cassetto).
    Poiché dubito di essere notato da un grande editore ;) e poiché per il momento mantengo l'anonimato per varie ragioni, e quindi non ho neppure la possibilità di pubblicizzare il libro al di fuori del web, beh, per le mie esigenze va bene.
    Quello che ho notato é il carattere altamente "tipografico" di Boopen, non ha il taglio dell'editore ma più di chi si limita a stampare un libro e pubblicarlo così come confezionerebbe una scatola di pomodori...
    Però in effetti offrono un servizio che fino a pochi anni fa sarebbe stato un sogno: puoi diventare autore ed avere un numero limitato di copie cartacee ad un prezzo accessibilissimo (conosco gente che é stata "salassata" da piccole case editrici con "contributi stampa" dell'ordine di 5000 euro, e il suo libro é in vendita solo su internet e deve provvedere da solo a pubblicizzarlo).
    Che dire: cerco di prenderla come una "democratizzazione" della letteratura. Comunque parlerò a breve di questo argomento su uno dei mie prossimi post.

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