Io infatti, per esempio, del tutto naturalmente voglio vivere per soddisfare tutte le mie facoltà vitali, e non per soddisfare soltanto la mia facoltà raziocinante, che è probabilmente la ventesima parte di tutte le mie facoltà vitali. Che cosa sa la ragione? La ragione sa solo quel che ha fatto in tempo a conoscere (altro, forse, non saprà mai; anche se non è consolante, perché nasconderlo?), mentre la natura umana agisce tutta intera, con tutto ciò che vi è in essa, in modo cosciente e inconscio, e magari mente, ma vive.
Io sospetto, signori, che voi mi guardiate con compatimento; mi ripetete che un uomo istruito ed evoluto, quale sarà insomma l’uomo futuro, non può volere deliberatamente qualcosa di svantaggioso per sé, che questo è matematico. Perfettamente d’accordo, è davvero matematico. Ma ve lo ripeto per la centesima volta: c’è unicamente un caso, uno solo, in cui l’uomo può augurarsi di proposito, consapevolmente, anche qualcosa di dannoso, di stupido, perfino stupidissimo; ovvero: per avere il diritto di augurarsi anche ciò che è stupidissimo e non essere vincolato all’obbligo di desiderare soltanto ciò che è intelligente. Infatti […] questo capriccio, signori, in realtà può essere ciò che è più vantaggioso per noialtri sulla terra, soprattutto in certi casi. E in particolare può essere più vantaggioso di tutti i vantaggi perfino se vi causa un danno evidente e contraddice alle più sensate deduzioni della nostra ragione in materia di tornaconto, perché in ogni caso salvaguarda la cosa più importante e preziosa: la nostra personalità e la nostra individualità.
(Fedor Dostoevskij, in Memorie dal sottosuolo)
Era un genio, a dir poco.
RispondiEliminaSì, l'ho scoperto tardi (mea culpa) ma spero di fare ancora in tempo a recuperare...
EliminaMette i brividi, splendida.
RispondiEliminaIl romanzo da cui è tratta la citazione non è ovviamente una lettura spensierata, è un viaggio nel lato oscuro della personalità umana.
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