lunedì 22 novembre 2010

Eclettismo

In questi ultimi giorni ho rispolverato le mie letture su Mikhail Bulgakov, passando dai “Racconti di un giovane medico”, letteratura tradizionale estremamente realista a “Diavoleide”, surreale e grottesca parodia della burocrazia, senza dimenticare “Cuore di cane”, romanzo fantastico con intenti satirici.
Quello che mi colpisce in autori come Bulgakov è la capacità di passare da uno stile all’altro, non solo come genere ma anche e soprattutto come linguaggio. “Diavoleide” in particolare é decisamente sperimentale e pieno di suggestioni e immagini che disorientano il lettore, in netto contrasto con la prosa lineare dei “Racconti”.
Parlando di me, in una scala infinitamente più bassa rispetto al grande scrittore russo, anch’io tendo a cimentarmi in più generi e stili, secondo l’ispirazione del momento. E forse sbaglio.
Mi chiedo spesso se questo eclettismo sia una scelta giusta, ma in fondo rientra nel mio carattere, e non solo per le mie inclinazioni scribacchine. Da sempre mi riesce più spontaneo andare di palo in frasca...

6 commenti:

  1. No! Io non sono così. Io scrivo in prima o terza persona, ma lo stile è sempre quello, forse perché so scrivere soltanto in questo modo... Ho usato alcune volte la seconda persona singolare... Mi è uscito anche un bel racconto, ma credo sia stato un esercizio per passare un po' di tempo, più che un vero interesse.

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  2. Penso che ognuno si debba sentire libero di usare lo stile che l'ispirazione del momento gli suggerisce. Fossilizzarsi su una forma stilistica quando si riesce a toccare più aspetti narrativi riduce le potenzialità di chi scrive; e non penso sia segno di incapacità o di scarsa propensione alla scrittura. Ci sono narratori che hanno passato la loro vita a descrivere sempre le stesse cose con lo stesso linguaggio e sono grandi al pari di chi, invece, ha diversificato stile e contenuti nel corso degli anni. Se ti senti di cambiare è giusto così, quello che conta è quello che c'è alla base (cioé tu).
    Temistocle

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  3. sono d'accordo con tim qua sopra!
    se sei in grado di cambiare stile in base all'ispirazione... perché no?!
    ancora più in basso di te sulla scala, quelle volte che, scrivendo, mi sono imposta di usare uno stile diverso da quello che mi veniva naturale in quel momento, non ho ottenuto risultati decenti!

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  4. Io credo che sia piu' che legittimo un cambio graduale, che segua un percorso evolutivo. Saltare di palo in frasca di volta in volta mi da' piu' l'idea che nemmeno l'autore sappia dove vuole andare a parare.

    Simone

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  5. Insomma, non sarò mai credibile come scrittore...

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  6. A me piace sperimentare. Per cui sono sempre in cerca di nuove forme espressive e/o generi letterari diversi.
    Mi rendo conto che ciò possa spiazzare chi mi legge... però, da ogni esperienza imparo qualcosa che poi tramando di scritto in scritto. Forse, alla fine, come dice anche Simone, è una sorta di percorso evolutivo. :)

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