lunedì 1 novembre 2010

La parte manuale della creazione di un libro

In un vecchio post avevo accennato al fatto che alcuni miei libri li ho “creati” anche nel senso materiale della parola. Stampati e rilegati con copertina di cartone.
Non è difficile. Bisogna solo armarsi di taglierina e avere la pazienza di smezzare un po’ di fogli A4 in modo preciso e senza strappi, controllare costantemente l'alimentatore della stampante perché la funzione fronte/retro coi fogli formato A5 crea spesso degli inceppamenti, assicurarsi che le pagine così ottenute siano nell’ordine giusto, compattarle in modo che il blocco dei fogli risulti perfettamente liscio (soprattutto sul lato sinistro che costituirà il dorso del libro), tenere fermo il blocco con l’aiuto di una pressa, spalmare colla abbondante sul lato sinistro, e dopo che si è asciugata fare una serie di incisioni con la taglierina su cui inserire dei pezzetti di filo. Basta una seconda passata di colla, un cartoncino bristol poco più grande di un foglio A4 su cui è stata disegnata (meglio ancora stampata) la copertina al punto giusto, si ripiega in modo da adattarlo al blocco dei fogli ormai rilegati, e il libro fatto in casa è pronto.
Può sembrare stupido, ma compiere questa semplice operazione (che comunque richiede qualche ora di lavoro) mi ha sempre dato soddisfazione. Anzi, ogni tanto mi viene voglia di rifarlo. In fondo a me i libri piacciono anche come oggetto materiale, e non solo per i loro contenuti.

5 commenti:

  1. Purtroppo non sono all'altezza di un simile lavoro. Sono goffo ed emotivo e tutti i lavori manuali mi creano difficoltà. Spesso, molto spesso, le mie mani tremano...
    Affascinante senza dubbio ma non fa per me :-)

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  2. Non pensare che io abbia chissà quali particolari abilità.
    E' solo una questione di pazienza e calma.

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  3. Ho avuto la fortuna per un anno solo (aihmè) di fare come lavoro il rilegatore. E' stata una delle esperienze più belle della mia vita! il 99% dei lavori era per enciclopedie a fascicoli e simili, ma mi è capitato di avere sotto mano anche libri da smembrare e rimettere a posto. Naturalmente ero seguito da un 'maestro', ma quando ho terminato il mio primo lavoro, l'ho guardato e ... mi sono sentito fiero di me stesso. Avevo l'opportunita di usare anche le macchine da rilegatura, ma seguire il procedimento descritto da Ariano è entusiasmante: vedere tutte le parti (fogli, utensili, cartoncini, pelle, filo, colla, garza) sparsi su un tavolo e poi piano piano farli coincidere al punto e al momento giusto, da una sensazione indescrivibile, anche perché richiede dei tempi specifici (ad esempio almeno 12 ore per far asciugare la colla) per cui è qualcosa che va consumato con calma, la fretta è bandita. Peccato non aver potuto continuare a fare quel lavoro. Purtroppo con i libri non si porta pane a casa (neanche in questo caso) e non mi è rimasto che emigrare 'giù al Nord' (per qualche leghista che passa di qua: sono meridionale, ma con regolare permesso di soggiorno!)
    Temistocle

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  4. Per qualche minuto mi hai fatto sognare.
    Mi sono visto seduto in un piccolo laboratorio, armeggiare con taglierini, pennellini intinti nella colla dal profumo pungente, una radiolina accesa su uno scaffale, la luce esterna che filtra da una vetrina che dà su una strada non trafficata.
    Nessun computer, nessun cellulare, nessun fax, niente di niente di niente.
    Un sogno.

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  5. Che bello!! Un giorno lo farò pure io... per ora mi limito a "rilegare" con graffette!!! :((

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