sabato 18 dicembre 2010

Ariano's side of Survival - 2

AVVISO: questo post non rientra nella normale routine del mio blog, ma appartiene al progetto Survival Blog


Un sabato del mese di dicembre, anno 2015

Provo a spiegare meglio come sono andate le cose.
Quando le prime notizie sulla pandemia e sui “gialli” hanno cominciato a circolare ero scettico, ma poi ho visto dei filmati decisamente crudi sulla tv satellitare. Erano canali credibili come NHK e Arirang, ma per la mia famiglia e i miei compaesani era come se quel programma venisse da Marte. I tiggì Mediaset dicevano di stare tranquilli, e allora tutti tranquilli. Cazzo, la parola di Siria Magri contro quella di uno sconosciuto mezzobusto coreano! Chi era quel muso giallo per contraddirla?
Io ho fatto del mio meglio per convincere la mia donna che bisognava subito fuggire in un luogo sicuro perché era in arrivo il ritorno all’epoca della sopravvivenza pura, mors tua vita mea, ma lei niente. Diceva che ero impazzito. Anche gli altri con cui parlavo erano completamente imbambolati davanti alla televisione, che gli diceva di non preoccuparsi. E quindi non si preoccupavano. Dopo il tiggì seguiva il talk show con la Marcuzzi, quindi sta zitto Ariano, rilassati, ne riparliamo il giorno dopo.
Uno spettacolo penoso. Uomini razionali ridotte a amebe col cervello atrofizzato dalla televisione. Allora ho avuto l’illuminazione. Quel che stava succedendo era GIUSTO! I “gialli” rappresentavano un’evoluzione migliorativa dell’uomo, un suo ritorno all’animalismo puro, selvaggio ma nobile, privo di civiltà ma pregno di dignitoso istinto. E allora bisognava adeguarsi. Diventare come loro.
Come già detto, ho onorato la mia donna facendone il mio primo pasto umano. L’ho resa per sempre parte di me. Poi ho noleggiato un camion, speso tutti i miei risparmi in cibi inscatolati, acqua minerale, armi, proiettili e taniche di benzina, e mi sono ritirato in un paesino isolato della Tuscia. Molta gente era fuggita, perché senza più rifornimenti di medicinali, concimi chimici e mangimi per il bestiame, la vita stava diventando difficile. C’erano rimaste due famiglie soltanto, dieci persone in tutto.
Ho sperimentato la sindrome di accerchiamento già al secondo giorno. Loro erano lì da sempre, amici da una vita, e senza viveri. Io ero uno straniero misterioso, un intruso con tonnellate di cibarie… Se avessero deciso che dovevo dividerle con loro, quante speranze avevo di farcela uno contro dieci?
Ma poi ho capito che non dovevo preoccuparmi. Il mondo era cambiato. Survival of the fittest. Niente scrupoli morali. Ragiona come un predatore e precedi le mosse dell’altro. Durante la notte ho caricato le pistole e ho fatto visita ai paesani. Dieci cadaveri. Due me li sono mangiati, gli altri no perché il terzo giorno iniziavano a puzzare e avevo paura che mi facessero male allo stomaco.
Da quel momento sono diventato il padrone del paese. E l’unico abitante.
Ogni tanto passa qualche “giallo”, e io non posso fare altro che bucargli la testa. Li rispetto seguendo un codice d'onore: io li ammazzo così come loro ammazzerebbero me. Un leale rapporto predatore / preda che può invertirsi in qualunque momento.
Ultimamente si vedono anche dei tizi in mimetica, e ovviamente sparo pure a loro. Sulla radio avevo sentito strani messaggi: dei sedicenti “miliziani” parlavano di “controllo del territorio”, ma non ci avevo dato peso. Comunque ho capito che sono peggio dei “gialli”. Non chiedetemi perché, lo dico seguendo l'istinto. Ormai ragiono tramite l’istinto e basta, mi sono adeguato subito a questo ritorno allo stadio semi-animale dei primi uomini. Infatti sono convinto che non è un caso se io ho immediatamente percepito l’importanza epocale della pandemia e ho saputo ambientarmi nel nuovo contesto. Era ciò che aspettavo – e speravo inconsciamente – da un bel pezzo. Mentre cammino fra le viuzze deserte in mezzo alle case di tufo, con la pistola pronta a far fuoco, mi sento in estrema armonia col mondo circostante. Parte del ciclo della natura. Fiori, cani randagi, mosche. E io. Un nuovo vecchio tipo di belva. Homo sapiens, anzi, homo e basta.
Una sensazione meravigliosa.
Oh, intendiamoci: Alex, Glauco, Luca, Temistocle, Ferruccio o qualunque altro mio amico possono transitare da queste parti senza problemi, mica gli sparo addosso. Anzi, magari possiamo scambiare due chiacchiere. A meno che non abbiate beccato il contagio o mi diciate che sono diventato matto. In questi due casi (beh, forse anche in altri tre o quattro casi un po’ più complessi) l’istinto prevarrebbe. Bum. Ma vi giuro che non vi farei soffrire e vi concederei l’onore di essere rispettosamente mangiati. Per sempre nel mio cuore. E nello stomaco.

5 commenti:

  1. (fuori dal personaggio) Molto bello, descrive bene la situazione e il contesto delle tue ragioni che, in parte , condivido; anche se non arrivo alle estreme conseguenze cui sei giunto tu. Una novità, o meglio un ritorno, una pulizia, la pandemia gialla la deve portare, altrimenti non avrebbe senso una cosa così grossa. Qui non si tratta di una singola nazione che apre una guerra civile o un terremoto o uno tsunami: è l'umanità in senso generale che è investita da un cambiamento.
    (nel personaggio) grazie per l'invito, ma ho altri progetti per le prossime settimane; e soprattutto 'ho dei progetti', quindi devo per forza restare vivo.
    Temistocle

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  2. (personaggio off)
    Alla fine credo che in una situazione di crisi estrema,situazioni come quella che ti sei inventato(ed in parte anche quella di Edu con le deviazioni del fanatismo religioso)potrebbero essere molto più diffuse di quello che immaginiamo,purtroppo aggiungerei io.
    però,ognuno di noi sta costruendo dei tasselli credibili ed interfacciabilissimi di questa storia. Complimenti per la tua versione e Ciao.

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  3. Gelidamente, inquietantemente bello... :)

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  4. @ Nick e Michela: ciao, benvenuti nel blog ;-)
    Non avrei immaginato di riuscire a scrivere cose capaci di interessare gli altri. soprattutto in un settore a me poco congeniale come il noir catastrofico.
    @ Tim : sì, forse l'ho interpretata in chiave molto simbolica, e d'altronde ammetto che certe cose della società attuale italiana non mi piacciono per niente...

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  5. Beh, una bella catastrofe nel nostro Paese forse non potrebbe che fare bene.
    E chissà che non ci si possa togliere la soddisfazione di papparsi la gente "giusta". ;)

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