lunedì 27 dicembre 2010

Scritture e idee

In questi ultimi giorni ho finalmente letto come si deve un "classico contemporaneo", ovvero La Storia Infinita di Michael Ende (farà sicuramente piacere a Mirco).
Una cosa che ho notato nella scrittura è la mancanza di ogni preoccupazione a proposito di certe regole "fondamentali" dettate dai manuali del settore. Vi sono avverbi e aggettivi ripetuti più volte all'interno della stessa frase (quindi ripetizione, ma magari sarà colpa del traduttore, non so), frasi involute, concetti espressi due volte consecutivamente con immagini diverse (ridondanza), descrizioni molto "tell" e poco "show"...
La narrazione procede grazie all'inventiva dell'autore. Con buona pace dei tanti precetti sul "come si deve scrivere un buon romanzo". Evidentemente nulla può insegnare la creatività, neppure il miglior manuale di tecniche letterarie. E allo stesso modo nulla riesce a rendere interessante un libro quanto il contenuto che l'autore riesce a infondervi, indipendentemente dal suo modo di scrivere.
Forse si potrebbe obiettare che questo è un libro per ragazzi, che è fantastico, e che le ormai stranote "regole" valgono per la letteratura tradizionale. Io però credo che in linea generale quando si crea qualcosa è inevitabile avere uno stile personale, e questo è una somma delle proprie competenze (libri letti, film visti, etc.), del proprio impegno, della propria inventiva (e questa è un dono innato), anche del manuale di scrittura, perchè no (ma è solo una parte, non certo il tutto), e infine delle proprie esperienze esistenziali. Certi capolavori non sarebbero mai stati realizzati se i rispettivi ideatori non fossero passati attraverso vicende personali molto particolari. Lo stesso Ende potrebbe essere un esempio, visto che la dittatura nazista influenzò negativamente la vita della sua famiglia, e l'esperienza del regime e della guerra costituì per lui un incubo reale. In assenza di questo evento, chissà che direzione avrebbe preso la sua attitudine creativa.
Concludendo, via libera alle idee e al confronto con gli altri. La revisione dei testi lasciamola agli editors ;-)

9 commenti:

  1. La creatività mal si presta, per definizione, ad essere costretta in regole e codicilli, ma credo anche che un'opera (letteraria ma anche no) che non funzioni sia destinata ad autoeliminarsi... E non solo perché non rispetta date regole.
    Ci sono parecchi romanzi, tecnicamente ineccepibili che sono, di fatto, sozzerie illeggibili e mortalmente noiose.
    Non ho letto La Storia Infinita, ma forse il suo spirito è più forte delle regole. ;)

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  2. Non ho letto la Storia infinita anche se so a memoria tutte le battute del film (ho passato solo da qualche anno l'infanzia,perdonatemi) però quello che posso dirti è che quando leggo un fantasy (magari sbagliando,eh) non mi soffermo molto sullo stile dell'autore o su "dettagli tecnici" come invece faccio per gli altri generi. In effetti l'unica cosa che mi interessa è che abbia un buon ritmo, che la storia sia intrigante, che scorra veloce e che soprattutto mi faccia evadere dal mondo reale.

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  3. Spero che tu abbia letto l'edizione con scritte a due colori!
    Per quanto riguarda la scrittura di Ende, e in generale, sono quasi convinto che la regola dello show don't tell non sia strettamente necessaria. Mostrare alla fin fine è facile, raccontare è difficile. Credo che venga imposto il mostrare proprio perché sono pochi a potersi permettere di fare il contrario.
    La dittatura ha sicuramente influenzato Ende e l'ha portato a metaforizzare i problemi della società contemporanea con trovate "fantastiche" (il nulla della Storia Infinita e i Signori Grigi di Momo ad esempio). E nel momento in cui in Germania hanno cominciato a criticarlo per questo suo "escapismo", senza capire l'incredibile e solida impalcatura filosofica dei suoi scritti, se ne è andato. Ed è venuto proprio qui in Italia.

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  4. @ Luca: infatti la penso allo stesso modo
    @ Eva: leggi il libro, è molto diverso dal film, ci sono dei contenuti che a livello cinematografico sono stati semplicemente omessi
    @ Mirco: no, ho l'edizione monocolore (l'effetto verde/rosso viene ovviato con stampatello/corsivo). Riguardo il tuo commento, in effetti trovo geniale il dialogo col lupo mannaro, con le creature della fantasia che - una volta risucchiate nel nulla - diventano le bugie del mondo umano. Veramente suggestivo.

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  5. L'ho letto molto tempo fa, e non ricordo bene tutta la sintassi e lo stile con cui è scritto.
    Però sono convinto che le regole, necessarie per chi tenti di avvicinarsi alla scrittura, possano poi essere lasciate da parte da chi invece padroneggia questa arte.
    Come in tutto il resto, occorre fare "allenamento", fare prima il lavoro sporco, capire perchè ci sono determinate regole e a che scopo sono state create, e poi adattarle al proprio personale modo di scrivere o all'idea che si ha del proprio romanzo.
    Ignorare queste regole a prescindere per darsi un tono un pò "indie" secondo me fa fare solo la figura dei dilettanti.
    Tanto per fare un esempio, anche il Signore degli Anelli, formalmente, ha una struttura del romanzo abbastanza atipica e "scorretta", ma Tolkien era un linguista ed un filologo e sapeva ciò che faceva.

    Comunque, tornando alla Storia Infinita: è un libro davvero magico, un classico a pieno titolo. Considerarlo un libro per ragazzi significa sminuirne la portata e limitarne le profonde riflessioni sugli innumerevoli temi che tocca, in maniera semplice ma non semplicistica: la fantasia, la creatività, la libertà di pensiero, l'autodeterminazione, la piena realizzazione di sè, il senso di responsabilità, e via dicendo. Il tutto condito da un'ambientazione fantastica quasi per antonomasia.

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  6. Non conosco questo libro, ma leggendo altri capolavori spesso anch'io mi sono domandato dove siano finite le regole che ci impongono al giorno d'oggi.
    Quando il contenuto è forte, comunque, suppongo che non abbia barriere:-)

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  7. Anch'io, come CyberLuke, penso che un libro funziona perché è bello, avvincente e ti chiede di finirlo al più presto, a prescindere dagli errori di sintassi o da tutti gli avverbi che ci sono. Non guasta che sia scritto anche bene da quel punto di vista, ma la creatività batte ogni regola: le storie sono belle perché ti trascinano, non perché rispettano i manuali di lingua italiana (o inglese, francesce o che altro). Ho iniziato a leggere 'la storia Infinita' molto anni fa -forse non era il momento giusto per me- e l'ho interrotta perché non mi piaceva, ma non è detto che non la riprenda adesso.
    Temistocle

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  8. Io credo che oggi non si cerchi l'autore in quanto creativo e in grado di comunicare, ma un autore/impiegato che sia in grado di realizzare un determinato prodotto da vendere a un determinato target.

    Le regole servono a costruire l'oggetto libro che qualcuno commissionerà e in questo caso sono inevitabili e "necessarie", visto che c'è un filtro tra autore e pubblicazione che non può essere superato se si scrive in maniera diversa.

    Poi qualcuno arriva a pensare che la regola corrisponda al modo "giusto" di scrivere, quando ovviamente non è che la creatività si possa esaurire in quattro indicazioni tra l'altro abbastanza banali (tipo togliere aggettivi e D eufoniche, o di non fare troppi spiegoni). Che ci vuoi fare? Se uno è furbo oggi tanto vale che scriva seguendole certe regole, così da non impantanarsi a discutere di ovvietà con gente tutto sommato ottusa.

    Simone

    Simone

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  9. La storia infinita è un libro magico e l'edizione a due colori è molto bella. Peccato che tu abbia quella monocolore... :)
    Comunque, io leggo tanto e tanti autori diversi... credo, come altri qui sopra, che la bellezza di un libro non venga dall'essere scritto rispettando certe regole, ma dalla capacità di trasmettere emozioni (che dubito siano date dalle regole).

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