venerdì 22 aprile 2011

Peter Gric



Peter Gric, artista ceco ma austriaco d'adozione, nelle sue tele riesce a dare forma a figure umane e strutture architettoniche che il nostro immaginario collettivo mi fa istintivamente percepire come "fantascienza", anche se il termine può essere riduttivo o inadatto.
In effetti, ciò che mi trasmette la sua arte è una terribile sensazione di vuoto generata da un non-mondo fatto di assenza e abbandono.



Gli esseri viventi, o presunti tali, che raramente compaiono nei suoi quadri sono androidi indefiniti, una fusione di forme umane e materia.



Ma ancora più inquietanti sono le strutture. A volte nascoste in mezzo alla desolazione della natura, altre volte ben visibili ma persino più desolate nella loro freddezza e nell'assenza di uno scopo. Mostri di rigidità funzionale ma senza funzionalità.

Un'alienazione che purtroppo non è neppure così "fantascientifica" ma spesso orribilmente reale, specialmente in certi contesti urbani.

2 commenti:

  1. Ecco, questo per esempio non mi piace, non perché distorca la realtà, ma perché lo fa 'male', almeno per la mia sensibilità. Da il senso che ci sia sempre qualcosa di sbagliato e in modo definitivo. La luce è sempre lontana e questo accentua la difficoltà ad immedesimarsi.
    Temistocle

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  2. Beh, ottimo, lo scopo di questi post è proporre, non imporre :-)
    Più che giusto che tu o chiunque altro esprima un'opinione negativa se non apprezza l'artista suggerito.

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