Una delle cose più belle dei libri è che ognuno può trovarci delle emozioni diverse. Il testo è sempre lo stesso, ma ogni lettore è unico, e la reazione è legata alla sua personale esperienza della vita.
Qualche giorno fa, per puro caso, ho scovato su liberliber un ebook con una raccolta di racconti di Amalia Guglielminetti, una delle tante scrittrici dimenticate della nostra letteratura.
Sono storielle umoristiche scritte negli anni ‘20, un umorismo leggero come l’aria, e si sa che l’aria può avere fragranze diverse. Per qualcuno potrebbe essere vecchia e stantia, io invece ho respirato un aroma particolare, quello di una casa abitata da una persona anziana dove tutto profuma di ricordi.
Mia zia è stata giovane proprio negli anni ‘20 e ‘30. Un periodo che purtroppo evoca uno dei momenti più bui della storia italiana, e infatti talvolta lei stessa mi raccontava dell’insopportabile retorica propagandistica del regime, dell’ipocrisia dei gerarchi, delle tante spiacevoli limitazioni alla libertà personale alle quali ha dovuto sottostare. Però non si può vivere solo di brutti ricordi, e così mi parlava anche delle cose piacevoli, del lato insospettabilmente spensierato di quegli anni: le serate danzanti in cui le signore con la tiara e la piuma in testa ballavano il charleston, gli appuntamenti mondani alle terme e allo stabilimento balneare in cui si spettegolava sui flirts delle dive Lyda Borelli e Francesca Bertini… e poi le gag di Ettore Petrolini, la radio che trasmetteva le canzoni di Alberto Rabagliati. Quando era particolarmente di buonumore mia zia canticchiava i motivetti del Trio Lescano.
Ecco, lei riusciva a raccontare i momenti leggeri di quei decenni tristi, ovviamente dal suo punto di vista di donna, e sapeva trascinarmi nel regno dei suoi ricordi. La stessa leggerezza e la stessa femminilità avvolgono queste storielle di Amalia Guglielminetti, sicuramente dimenticabili sul piano letterario ma capaci di rievocare i momenti frivoli di quel periodo, gli stessi momenti che mia zia condivideva nostalgicamente con me.
Perciò, anche se non è certo un capolavoro, non chiedetemi di stroncare questo libro, non ne sarei capace. Mi sembrerebbe di fare un torto a mia zia e ai pomeriggi che talvolta passavo a casa sua quando lei era ancora di questo mondo.
Non conosco l'autrice che citi, ma condivido completamente quello che dici.
RispondiEliminaE... bellissimo post, piacerebbe anche a tua zia.
Sicuramente la zia ti ha trasmesso quella leggerezza che tu hai improntato nello scrivere il post: delizioso!
RispondiEliminaNessuno ti chiederà di stroncare questo libro, perlomeno non lo farò io. Ho ancora dentro di me i racconti di mio nonno che era stato giovane in quel periodo: le figurine del "feroce Saladino", il Trio Lescano; Rabagliati e tanto altro.
RispondiEliminaNo alla fine sono ricordi dolci e come tali vanno rispettati.
Quindi consigli candidamente la lettura. Allora colgo l'invito.
RispondiEliminaNon si può stroncare un romanzo che riporta alla memoria il ricordo di una persona cara, anche i miei nonni parlavano della loro adolescenza sotto il regime, di tutto quello che succedeva in quel periodo.
RispondiEliminaSono ricordi del "nostro" passato.
Chissà se mia zia ha mai incrociato casualmente, magari durante una vacanza termale, i nonni di Nick e Ivana...
RispondiElimina@ Mark : come dicevo non è un capolavoro, ma se hai avuto una zia o una nonna che ti parlava dei momenti frivoli degli anni '20, allora...
bellissimo il modo in cui ricordi la zia con questo libro...complimenti!
RispondiEliminaSei fortunato di avere questa zia... anch'io sono stata trascinata nella sua storia... intanto mi viene voglia di leggere questo libro...
RispondiEliminaIl libro fa pensare a un'epoca (gli anni '20 e '30 del XX secolo) e mia zia mi parlava spesso di quel periodo perché le rammentava la sua giovinezza.
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